Jean Flaminien durante la presentazione de L’homme flottant a Varese, al Centro Culturale “La Piccola Fenice”. Intervenivano Silvio Raffo e Vincenzo Guarracino.

Espressione nuova di una poesia pensante, meditativa, in divenire, Jean Flaminien, d’origine guascona, è tra i piú importanti poeti in lingua francese di oggi. Nato a Aire-sur-l’Adour nelle Lande, ha vissuto a lungo sulle rive dell’Adour e nella foresta, quindi in Marocco e nei Paesi Bassi. Attualmente vive in Spagna.

Autore appartato, ma sodale e in dialogo con poeti come Bonnefoy, Char, Borges, nella sua ricerca si sforza di perseguire un nuovo impegno spirituale della Poesia, nella trascendenza di una Terra dove anche la Natura sia dispensatrice di Grazia.

L’infinitude, 2012

A conclusione di un ciclo, L’infinitude raccoglie, con testo a fronte, i cinque volumi usciti in un decennio, per la cura e la traduzione di Marica Larocchi, presso la nostra editrice: Soste, fughe (2001), Graal portatile (2003), Pratiche di spossessamento (2005), L’acqua promessa (2009), Preservare la luce (2011). L’Infinitude è stato insignito del Premio Speciale per la Poesia internazionale “Marineo” 2013.
Alla sua traduttrice, Marica Larocchi, è stato assegnato il Primo Premio per la Traduzione poetica 2014 dell’Università di Bologna.

In seguito, sono poi usciti L’altra terra (2018, sempre a cura di Marica Larocchi), L’Homme flottant L’uomo flottante (2016 e 2020, a cura di Antonio Rossi), Della Bontà (2020, a cura di Fabio Scotto).

È in corso di pubblicazione l’opera L’être confiant (traduzione e cura di Antonio Rossi).

Recensione di Marco Vitale a L’infinitude, in “Poesia”, Marzo 2013.