Tra il 1991 e il 2001 Book Editore pubblicò sette libri di Tagore, tutti inediti per l’Italia, curati e tradotti direttamente dal bengoli da Padre Marino Rigon in collaborazione con il Centro Studi Tagore.

Kori o Komol, 1991: La giovinezza, il sublime dell’amore, la gioia della vita e l’inebriante desiderio di gustarne tutte le delizie.
Shemoli, 1992: Una struggente poesia d’amore in cui il grande poeta indiano passa dal tormento della giovinezza all’oro della maturità e alla serenità di una vita vissuta.
Rogsoggiae, 1993: Quattro raccolte poetiche scritte da Tagore nel suo ultimo anno di vita. Poesia e filosofia fuse insieme in un dialogo spirituale ricco di sensibilità e fantasia.
Kolpona, 1995: Una percezione misteriosa affascina e guida la mente del grande poeta indiano. Qui prende forma la nuova coscienza della sua poesia più matura.
Kotha o Kahini, 1997: La storia come maestra di vita rivive nella narrazione delle vicende di Buddha, dei bramini e del magico Bengala attraverso le affascinanti immagini del poeta Tagore.
Un fuoco fresco e verde, 1999: Tutta la bellezza del canto poetico di Tagore si mostra qui come su un prezioso “vassoio di benvenuto”. Versi d’amore che sono stati scritti come omaggio agli sposi e che rapiscono per la cordiale spiritualità del grande poeta indiano.
Neonato, 2001: Un testo ricco di virile vitalità che riguarda tutto quanto accade attorno a Tagore nel suo mondo contemporaneo. Scritto intorno al 1940, tocca temi che sono per noi oggi straordinariamente attuali: le poesie nascono infatti dall’incontro del poeta con “L’età nuova”, l’avvento cioè di quel “nuovo mondo” che negli ultimi anni della sua vita gli stava nascendo davanti agli occhi, ed esprimono tutto il suo curioso interesse e la sua diffidenza per la moderna evoluzione.

Il terzo volume, Rogsoggiae (Sul letto della malattia), uscí nel 1993; conteneva quattro raccolte poetiche scritte da Tagore nel suo ultimo anno di vita; tra queste vi erano 9 poesie della silloge Gionmodine (Nel giorno natale). Successivamente, Padre Marino ci inviò un plico con 23 traduzioni di poesie che appartenevano alla raccolta Gionmodine, ma che non erano state inserite nel volume Rogsoggiae; inoltre, evidenziava che le ultime 3 poesie (nn. 30,31,32) non figurano nell’opera omnia di Tagore, Robindro Rocionaboli, pubblicata a Calcutta, sebbene si trovino nel manoscritto di Tagore del Gionmodine conservato a Santiniketon.

Aveva scritto Padre Marino: “queste poesie assomigliano piú a delle solide sculture che a delle liriche. Nascono, infatti, dall’esperienza positiva del dolore, dalla fede che la morte non è morte. Qui il Poeta, nelle sue espressioni, si è fatto gigante, piega la parola e la lingua con tutta padronanza come il fabbro piega il ferro alla sua volontà, tanto che ogni poesia sembra un lavoro in ferro battuto. In lotta contro l’angoscia della morte che sta per arrivare, il suo spirito raccoglie le ultime energie e si oppone contro l’irrazionalità e la crudeltà della guerra, poiché ancora una volta Tagore vede allontanarsi anche la visione di un mondo uno e universale. Proprio per questo, forse, nell’ora della morte il Poeta rinnova con piú energia e sicurezza la fede nelle cose belle della terra e dello spirito, la speranza dell’aldilà, la dedizione alla bontà e l’opposizione alla violenza, e gode della vittoria del bene. Ferma è soprattutto la sua certezza che in questa vita, anche se nelle apparenze tutto finisce, le realtà intime e invisibili dello spirito resteranno per sempre, altrimenti il nostro amore per l’umanità e per l’universo sarebbero falsi”. Ecco allora che in questa edizione del 2022 le trentadue poesie di Nel giorno natale si ritrovano e si congiungono per dare nuovamente vita ad un’opera centrale nella monumentale produzione del grande Poeta indiano. E l’esito è un volume ricco di tensioni e di riflessioni che, con la curatela e la revisione poetica di Nina Nasilli, acquisisce un nuovo respiro in armonia con la meditazione e la ricerca “della luce primordiale senza tempo e senza spazio” che aveva coinvolto pienamente Tagore.

Il libro vuole essere inoltre un sentito ringraziamento al Centro Studi Tagore per il contributo alla diffusione in Italia dell’opera di Tagore; e un cordiale omaggio a Padre Marino Rigon, che piú di tutti ha contribuito a far confluire nella nostra lingua la linfa dell’enigmatica e magnetica voce di un Poeta che oltrepassa il tempo, rimanendo costantemente attuale; e che sempre ci interroga sui risvolti essenziali della vita e del pensiero:

Quanto è lontana ancora

la pace del Bruto Invisibile

sul fuoco spento della pira

sopra l’altare frantumato e calmo?

(Nel giorno natale, poesia n. 31)