Queste poesie – ciascuna introdotta da versi-aforismi con funzione di controcanto – raccontano una storia. Il poeta si rivolge con il tu a un personaggio che è il suo Doppio, un detective di nomadismi in continuo andare (paludi e pianure, paesaggi lacustri, marini e fluviali, ambienti urbani e località isolate, terre di vulcani …), fra incontri con figure occasionali e altre che riemergono dal passato come un cordone ombelicale. Lungo un itinerario mai sazio la realtà, il sogno e le fantasie, il passato e il presente si mescolano, sovvertendo le dimensioni spaziali e temporali. Ciò che è improbabile diventa verosimile.
Adelio Fusé (1958) vive a Milano, ha lavorato nell’editoria. Ha pubblicato saggi su Sade, Kafka, Sartre, Handke, Eno, due romanzi e, per Book Editore, diversi libri di poesia.
Cura una rubrica di musica e poesia sul sito altremusiche.it.
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che ne è di quel tempo?
apparenza ferma risolta
una striscia o una sfera piuttosto
o un punto: l’accadere e l’accaduto
congiunti indistinti
ancóra là nel luogo che lo rapprese
a ritroso ma proteso
ora al tuo occhio di memoria appeso
per legge nel loop universale
fra dimensioni a specchio e ascese
interstellari dall’àncora terrestre
sgravato peso si rigenera
e dal nulla arretra