Stanze d’inverno e altre poesie

 20,00  18,00

di Eleonora Bellini

con una nota di Alfredo Luzi

pp. 176

Collezione di poesia “Tabula”

Anno di pubblicazione: 2021

ISBN: 9788872328071 Categoria: Autori:

“L’attualità culturale e sociale di Stanze d’inverno risiede anche nella consapevolezza ecologica che Eleonora Bellini esprime assumendo una prospettiva sistemica di luogo e d’ambiente, nel suo dare ospitalità testuale al paesaggio e alla natura e nel dare voce alle creature non umane. (…) L’intera raccolta si presenta, pur nella grande varietà tematica e stilistica dei testi, come un’assidua meditazione sul tempo ingrediente, sulla diacronia che ci condanna alla deiezione esistenziale, mettendo in evidenza i caratteri negativi della finitezza umana. (…) Per Eleonora Bellini la poesia è una forma privilegiata di conoscenza (“S’affaccia un verso / e spacca / la tenebra compatta”) e la conferma è nell’iterazione della forma verbale Sai nei due componimenti di Poesia, dove (affermando che la poesia “è zolla di terra / offerta al sole e all’uragano”) si dichiara fedele seguace di John Keats nella convinzione che la poesia debba nascere con la naturalezza di una pianta.” (dalla nota di Alfredo Luzi)

Eleonora Bellini, bibliotecaria di lungo corso, scrittrice e traduttrice, vive nel Piemonte Orientale. Per la sua biblioteca ha ideato e curato, negli anni, progetti di invito alla lettura, mostre d’arte, didattiche e documentarie, itinerari multiculturali tra i libri, incontri con scrittori. Componente di giuria di concorsi letterari, collabora a periodici e riviste.
A partire dal 1980 ha pubblicato varii libri di poesia, narrativa e testi per l’infanzia.

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Quando il pestilente HUB spense le luci,
il traffico fu ridotto all’essenziale e un poco
dell’essere cominciò a vedersi grattando
via la crosta all’apparire.
Le polveri fuggirono dall’aria come stormi
di uccelli dallo schioppo, i bambini
compresero che era iniziata, chissà come,
una vacanza. I nomi dei giorni non contavano,
la carta dei quaderni stava per finire
e cosí l’inchiostro delle stampanti, i fogli
sciolti e forse anche le penne e le matite.
(Beni non essenziali e per nulla
commestibili).
E se fossero serviti per giocare? Nacque
cosí la nobile schiera dei ritagli, barchette
e areoplanini, pupazzi e pezzettini, case
di bambole, maschere e farfalle, giochi
di pensiero. Si rimpicciolí la stanza, dispiegò
le ali e i colori l’orizzonte.

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Premio Internazionale “Léopold Sédar Senghor” 2022


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