A oltre un trentennio dalla pubblicazione di Dieci inverni (1989), Vincenzo Guarracino presenta in questo libro una scelta di nove poemetti scritti, rivisti e rielaborati tra il 1978 e il 2022. Una raffinata proposta di testi distillati nel tempo, in cui la misura dei versi e il ritmo della voce ci giungono con il linguaggio cólto e insieme lieve che contraddistingue l’incedere della sua parola poetica: una parola incessantemente soppesata e ricca di congiunzioni con il piú ampio e vivo universo lirico, dove si incrociano e si ritrovano i segni e le voci dei Maestri, degli autori classici e dei tanti amici poeti e pittori da sempre con lui protagonisti di un dialogo mai interrotto, né dal tempo, né dagli eventi dell’esistenza.
Vincenzo Guarracino è nato a Ceraso (SA) nel 1948 e vive a Como. Poeta, critico letterario e d’arte e traduttore (ricordiamo per la poesia Gli gnomi del verso, 1979, e Dieci inverni, 1989, e tra le traduzioni Carmi di Catullo, 1986, Lirici greci, 1991, Poeti latini, 1993, Poeti greci, 2011, Poeti cristiani latini, 2017). Studioso in particolare di Leopardi, è autore di una Guida alla lettura di Leopardi (1987 e 1998), e ha curato Diario del primo amore e altri scritti autobiografici (1998), Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani (2021). Ha inoltre curato l’antologia El infinito y otros cantos, pubblicata in Spagna e in Colombia.
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Bastava a farci forti una manciata
di ipotesi oltre l’ansia per redimere
il tuo e nostro ingegno dall’inverno.
A restringere l’ombra resta un nome
funzione in cui lievitano le cose
come un fuoco in un margine di foglio.
A quanti non sente che c’è altrove
oltre il dentro di un sogno che ha risolto
in ordine l’avanzo delle voci
ripeti che nulla è inenarrabile
che conta la fame dell’immagine
per leggervi la sorte di riflesso
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