Anche Ricchi, come già Ungaretti, ci consegna, con questa Profezia dell’Essere, il suo “taccuino del vecchio”. Del diario esso possiede, peraltro, tutti i caratteri e le cifre strutturali. Dal primo all’ultimo testo, Ricchi ha insistito su un unico motivo, girandoci intorno anche quando sembrava che mirasse ad altro, vagheggiandolo, studiandolo e sogguardandolo da piú angolature, saggiando il terreno, cingendolo d’assedio o affrontandolo di petto, con tenacia mai paga e con circospezione, mettendo in campo tutti gli strumenti custoditi nella sua specola, incluse la filosofia e la fisica, e, dove neppure queste soccorrono, le virtú teologali della fede e della speranza. Ricchi, insomma, in questa Profezia dell’Essere ha fatto della poesia, per dirla con Charles Du Bos, un’“approssimazione” al centro, al cuore del mistero.” (dalla prefazione di Giuseppe Langella)
Di origini laziali, Renzo Ricchi vive e lavora a Firenze. Giornalista professionista, è poeta, drammaturgo, narratore e saggista. Suoi testi sono rappresentati in teatri italiani e stranieri, e le sue poesie sono state tradotte in una decina di lingue.
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Ciascuno è il suo
desiderio la sua attesa.
Diventerò il mio sogno?