Opera tanto inusuale quanto complessa, intensa e ricca di significati, questa di René Corona, che ancora una volta sfida lettori e critici sia sul piano dei contenuti sia su quello stilistico. Cha costruito il libro con ironia e sapienza, nel rispetto della sua necessità di dialogo permanente con tutte le diverse espressioni artistiche, dalla letteratura all’arte, alla musica classica e moderna, con citazioni e riprese di testi di autori varî (ci sono proprio tutti, da Ovidio ai quattro+quattro di Nora Orlandi …). Il critico Antonio Devicienti aveva giustamente annotato che “la voce di Corona si rifiuta di essere la sola a risuonare, ma convoca un intero coro il quale, inoltre, suggerisce spazî temporali e geografici molto vasti e variegati, superandoli”, e a confermarlo il testo si presenta con il coraggio e la forza linguistica che già ha trascinato autori extra ordinarî (si pensi a Joyce, a Rimbaud o a Raymond Roussel) all’inseguimento di un effluvio della parola poetica tra visioni oniriche verso l’alto e trascinamenti verso la concretezza del quotidiano, quasi come per “un refuso instabile e capriccioso” in una “bettola dove la poesia sta da sola”. Ma per fortuna che Offenbach c’è ovvero il penultimo della classe è (anche) una dichiarazione di critica verso lo stato della poesia, verso la sua dispersione nel chiacchiericcio: è vero -scrive Corona- “che al mondo ci sono piú zie che lettori / è venuto il tempo di dedicarci ai pasticcini / piú che alla poesia / l’ultima follía di Me al Book”. Ma se (per fortuna) Offenbach c’è … “per fortuna rimane la bellezza interiore / che non vede le bruttezze del fuori / e un po’ come Baudelaire / mi hai dato il tuo fango e ho cercato / alchimista mancato di farne dell’oro”.
René Corona (Parigi, 1952) è stato docente di Lingua e Traduzione Francese presso l’Università di Messina. Ha pubblicato saggi in italiano e francese sulla storia della lingua, la canzone, la traduzione e la poetica. Ha tradotto diversi poeti italiani, tra cui Gozzano, Caproni, Cattafi, Ripellino, Magrelli; poeti francesi tra cui Paul de Roux, Kadhim Jihad Hassan, Yves Leclair, ha pubblicato la prima traduzione francese de L’amaro miele di Gesualdo Bufalino, e le prime traduzioni in italiano di Henri Calet e di Alexandre Vialatte. In italiano, ha diversi libri di poesia, tra cui L’alfabeto dell’alba e I bucaneve dell’altrove (Premio “Rhegium Julii” per la poesia 2024).
_________________________________________
componimento breve
come può essere la vita
veloce
ameni inganni della prima età
elle a passé la jeune fille
scriveva Gérard
ma rapida passasti
diceva Giacomo
la vita come un sogno
come un haiku
tre versi
nascita vita morte
e forse rinascita?
l’éternel retour
la vita