“Non è impresa semplice conciliare l’immaginario con la rappresentazione della realtà concreta, una spiccata fantasia con l’impegno civile. Solvejg Albeverio Manzoni è consapevole delle difficoltà e accetta la sfida. In La casa e altre poesie – esito di una produzione poetica piú che trentennale – non lesina sforzi, sul piano globale, per regolare i delicati rapporti tra atmosfere e registri discorsivi contrastanti, pervenendo nell’insieme a equilibri stilisticamente sostenibili. Il collante consiste spesso nel basso continuo del parlato in funzione narrativa. Solvejg raccoglie e pianifica, affidandoli ai versi, spezzoni di vissuto proprio o altrui, di regola traumatici in entrambi i casi. (…) E l’universo femminile, entro le numerose variabili della logica esistenziale di base, viene a rivestire pour cause un ruolo primario.” (dalla nota di Gilberto Isella)
Solvejg Albeverio Manzoni è nata ad Arogno (Svizzera); scrittrice e pittrice, ha vissuto in varî paesi e attualmente abita fra Bonn e Lugano. Ha all’attivo numerose esposizioni personali e collettive in Europa e USA ed ha partecipato alle Biennali Internazionali di Grafica di Fredrikstad e Maastricht. A partire dagli Anni ‘80 inserisce nei suoi quadri parole, poi frasi che, gradualmente, prendono piú spazio e, non potendo piú essere integrate nella composizione, diventano poesie, racconti, romanzi. Saggi e recensioni sul suo lavoro sono apparsi in diverse lingue. Ha pubblicato diversi libri in prosa e in poesia, e come pittrice ha collaborato con i poeti Biancamaria Frabotta e Folco Portinari.
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Oltre le colline,
stregati dai fanatismi, fantocci
sparano, cadono
ammazzano, soffrono, stremati
nel nome di assurde
lacere bandiere insanguinate;
frenetico sperperio di munizioni.
Beffarde, le mine esploderanno
per anni, lacerando gambe, braccia
innocenti.
Ma cos’importa a noi, beati
colonizzatori passivi:
guerra,
sistema pratico per contenere
la disoccupazione nella siderurgia.
Contro la finestra,
l’ombra dell’albicocco scosso da
raffiche di sibili implacabili:
e la bora uccideva la rosa.