Rugiada e cristalli, la prima da cogliere in congedo dei sogni sul fare della luce, i secondi a seguito di quella che si configura come una discesa novalisiana nel cuore in ombra degli elementi. (…) La straordinaria tessitura di questi poèmes en prose fa pensare ad orditi di antica lavorazione, in cui lo scandalo della rivoluzione prospettica non era ancora intervenuto ad alterare la dispositio delle figure sulla superficie, le loro libere, talvolta ludiche giustapposizioni, la prossimità degli uomini e degli angeli, delle bestie favolose nel sogno della Natura. (…) un testo che vive del confronto serrato di piú registri ma riesce a fonderli in unica partitura, in programma di lavoro. (dalla pref. di Marco Vitale)
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“Ehi, dico a te, stormo raro, pustola d’oro, vescica che mi sfidi alle danze sul dirupo di questo sonno: dove sono i ramponi, i chiodi, le carrucole garantite oltre ogni possibile accidente, le cinghie strette alla fame d’incubo? Dove, ma dove?”
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Finalista al Premio “CAMAIORE” 2018
Segnalato al Premio “PONTEDILEGNO” 2018