Giuseppe Rosato (Lanciano 1932) ha insegnato lettere e lavorato per la RAI, nei servizi culturali e nei programmi, per riviste, terze pagine di quotidiani. Ha condiretto le riviste “Dimensioni” (1958-1974) e “Questarte” (1977-1986). Ha pubblicato libri di versi in lingua e in dialetto (a incominciare da L’acqua felice, Schwarz, Milano 1957), di narrativa, prose brevi, aforismi, oltre ad operine satiriche, epigrammatiche, parodistiche. Nel 1966 ha fondato con Ottaviano Giannangeli il Premio Nazionale Lanciano (poi “Mario Sansone”) di poesia dialettale. Ha vinto premi letterari, tra i quali il “Carducci” (1960) e il “Pascoli” (2010).
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Di notte la voce dei morti come
rompendo i valli di terra e di ghiaccio
noi crediamo di udirla, la notte
quando piú intirizzito si compatta
l’involucro che da noi li divide
si fa sonora la distanza
e noi ci mettiamo in ascolto nel buio.
Ma di notte, mai come di notte di là
tacciono stremati dal gelo serrati
da montagne di terra, quando
piú vero il grande sonno, piú nei lacci
avvinte le già vinte parole.