Scritti in versi per il teatro, questi due straordinari monologhi di Fausto Maria Pico irrompono nella coscienza dell’ascoltatore/lettore.
Prima di ogni movimento. Sotto i fasci delle luci di scena c’è l’impiantito del palco. Prima che abbia inizio lo spettacolo è il vuoto. In scena soltanto il silenzio. Tutto il resto è cornice. Questo testo nasce da un vagabondare in un teatro prima o dopo lo spettacolo. Qui ci sarà sempre una rappresentazione, cosí come ce ne saranno state altre. Ci saranno corpi, voci, suoni, azioni. Ci sono stati … Allora, lo stesso sguardo si sdoppia. In direzioni opposte, vede, ad un tempo, ciò che è accaduto e quanto potrebbe accadere. Teatro della memoria, ma anche registrazione di gesti, di azioni in corso.
Con i disegni di Mirva Fiorini
————————————————-
Menzione Speciale – Premio “Violetta di Soragna” 2007