Il titolo Arepo riprende un elemento del cosiddetto “Quadrato del Sator”, vetusta iscrizione latina in forma di quadrato magico. Le parole che la compongono sono: sator, arepo, tenet, opera, rotas. Giustapponendosi, esse dànno vita a un palindromo. Isella, con la raffinata ed efficace capacità indagatoria dei valori e dei contenuti della parola poetica che contraddistingue la sua scrittura, non intende assegnare sovrasensi esoterici a questo curioso “evento” del significante, ma ne considera unicamente l’intrinseca enigmaticità, ravvisando quella potenza combinatoria del linguaggio che, con valenza paradigmatica estesa, non concerne soltanto la poesia ma l’avventura creativa in generale, non di rado a nostra insaputa.
Gilberto Isella (Lugano 1943) è poeta e critico letterario. È stato vice-presidente del Pen Club, centro della Svizzera Italiana. Come critico si occupa in particolare di poesia contemporanea e teoria letteraria. Ha tradotto dal francese Charles Racine, Jacques Dupin e Bernard Vargaftig. Per il teatro ha scritto Messer Bianco vuole partire e Il giardino della vita e ha pubblicato diverse importanti raccolte poetiche.
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Dall’Iride grande
fuoruscita, asola
estrema della foglia
e ramo che vi infila
un chiasmo oscuro
di radice
Come l’ora amara
del succo veggente,
come Cassandra
espiando, come
tempo controluce
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FINALISTA
AL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “CAMAIORE” 2019
e AL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “CITTÀ DELL’AQUILA” 2019