Mario Pozzati è stato un artista autentico che ha vissuto l’impeto dell’avanguardia futurista e la stagione novecentesca del richiamo all’ordine. Amico di Pirandello e Petrolini, di Campana e Raimondi, di Carrà, di Sironi, Morandi, De Pisis e Guidi, come tutti i pittori di quella cordata scriveva pensieri e diari. Questi pensieri, scritti tra il 1915 e il 1945, spesso ai bordi dei disegni e dei giornali, sono stati raccolti dal figlio Concetto Pozzati in un singolare volume che, dopo i diari di Sironi, Scipione e Mafai, rivela una personalità struggente e inquietante.