Grande è l’opera di Jean Flaminien: non soltanto per la sua potenza di affermazione oggi senza uguali, per l’intrepidezza con la quale impone il suo umore cavalleresco – “vivace e in buona salute” avrebbe detto Baudelaire -, ma anche per la fecondità dei partiti presi formali e il beneficio delle proprie trovate, e nella quale si traduce e si trasmette la nobiltà del progetto nella sua interezza, determinato a restituire dignità alla nostra esistenza. I tre libri riuniti in Il divenire innocente (L’altra terra, Della Bontà, L’essere che confida) costituiscono quel luogo proprio alla funzione poetica come la esercita questo poeta, ossia come lo scoprire, attraverso la via prosodica, un’origine per sempre promettente. (dalla pref. di Jérôme Thélot)
Jean Flaminien, d’origine guascona, è nato a Aire-sur-l’Adour nelle Lande. Vive in Spagna. Tra i piú importanti poeti di lingua francese di questi ultimi anni, ammirato da Yves Bonnefoy, è l’espressione nuova di una poesia pensante, meditativa, in divenire.
Presso Book Editore, a partire dal 2001, ha pubblicato otto raccolte di poesia e prosa creativa.
Nel 2020 ha ricevuto il Premio Internazionale “Camaiore-Belluomini”.