La storia di una piccola casa editrice nata alla fine degli anni Ottanta è inevitabilmente composta e attraversata da molteplici e spesso fortuiti eventi e incontri; e soprattutto da valutazioni del “libro” nelle sue varie possibilità di essere realizzato e mostrato (se pensiamo che i libri venivano ancora composti in piombo con la Linotype e poi stampati in tipografia con regole rispettate da qualche secolo, nel vedere oggi l’impaginazione fatta – spesso con superficialità – al computer e la relativa stampa in digitale … è come se non fossero trascorsi pochi decenni, ma un’intera èra …).
Tra le varie considerazioni, assume allora per noi una particolare importanza anche il “nome” che si decide di dare ad una Collana (termine editoriale generico, ma piú significativo se inteso come “Collezione”).
Per esempio:
La Collezione di poesia “Serendip” è nata sullo stimolo del racconto della tradizione persiana in cui, in sintesi, i tre Principi di Serendip, vagando per il mondo, “trovano ciò che non stanno cercando”. Cosí è stato per il primo volume della Collezione, Senza titolo di Roberto Sanesi: nel 1979 Sanesi inviò un gruppo di poesie inedite senza un preciso scopo di pubblicazione, ma come forma di dialogo/riflessione in forma di poesia. Dialogando con lui, in modo involontario risultò una selezione di poesie che diede corpo ad un libro e vita alla Collezione nata di conseguenza. Allo stesso modo, negli anni, sono stati poi pubblicati testi di Mascioni, Finzi, Porta, Schwarz, Eliot … fino al volume n. 51, l’inedito Tagore del 2022: Nel giorno natale, un libro letteralmente non
cercato ma per molti aspetti ritrovato e curato da Nina Nasilli: per serendipità, appunto.
La Collezione di scritture extra ordinarie “Fuoricollana”: generalmente si pone “fuoricollana” un libro che non rientri in una Collana specifica della casa editrice. Abbiamo invece voluto nominare con “Fuoricollana” una specifica Collezione in cui inserire testi di generi sí diversi (poesia, saggistica, prosa creativa), ma a nostro avviso tra loro assimilati da una forte singolarità di scrittura, “extra ordinaria”, appunto. Oggi “Fuoricollana” ha superato i 90 titoli.
Collana “Book Classici”: con uno sguardo atemporale del termine “classico”, la Collana è nata praticamente insieme alla casa editrice con il prezioso apporto di Vincenzo Guarracino, che tuttora la dirige. Guarracino, poeta, critico letterario e d’arte, traduttore dei classici latini e greci, studioso in particolare di Leopardi, ha inaugurato la serie di libri con un’antologia di Leopardi, a cui ha poi fatto seguito il prezioso e raro volume Appressamento della morte, la prima cantica di Giacomo Leopardi, pubblicata con il testo manoscritto a fronte. Libri e nuove traduzioni di autori classici assodati e noti, dunque, come appunto Leopardi, Kafka, Il Cantico dei Cantici tradotto da V.A. Reali, Meyer, ma anche il celebre poemetto di Sǎnfara Il brigante delle sabbie (pubblicato con testo
arabo a fronte), per poi includere nuove versioni di “classici” a noi piú vicini, come Eliot, Yeats, e Tagore.
Collezione di saggistica “Logosinopie”: è una Collana di saggistica varia (filosofia, critica letteraria, critica d’arte ecc.), per questo abbiamo inteso nominarla con un neologismo, abbinando il logos, la parola, alla traccia, quel disegno preparatorio per un affresco, la sinopia. Quasi a voler
rendere visibile la parola nel segno che dona forma all’immagine e al pensiero.
“foglie e radici – Biblioteca del Vernacolo“: come ha sottolineato, nell’articolo riservato alla collana, Nina Nasilli, che la dirige, la nascita di questa “Biblioteca del Vernacolo” è legata alla necessità di creare uno spazio specifico, dedicato alla poesia in dialetto, con l’intento di rendere “disponibili” quel vigore e quella vitalità che l’han fatto definire, da Tonino Guerra, “la lingua del sangue”, da Pavese “la lingua della memoria e del sogno”: è l’idioma dei fenomeni naturali, come riconosce Pierluigi Cappello, la lingua fisica “degli oggetti che semplicemente vengono” (Pasolini), la lingua che “nel momento in cui viene, monta come un latte” (Zanzotto). Ricordando ciò che ha detto Baldini, o Guerra (o forse entrambi …), ovvero che “ci sono ancora cose, persone, fatti, che succedono in dialetto, e quindi vengono raccontati in dialetto”, i poeti invitati a partecipare a questo progetto editoriale lasciano una traccia di questo evento, che, ancora con Zanzotto, “si pone come un primo mistero”, ciascuno di loro in cerca di quel “fondo impietrito”, di quel nodo ultimo della vita, che si manifesta e sprizza come un “lampo-sgiantìzo” (Meneghello). Il progetto prevede la pubblicazione di un titolo l’anno, con testi nei varî idiomi e traduzione “in italiano volgare”; nato nel 2016, nel 2022 è uscito il sesto volume.
“Fuoricasa”: Collana di poesia diretta da Alberto Bertoni (poeta, critico, docente nell’Università di Bologna), evoca lo spirito del montaliano Fuori di casa, intendendo la Collana come un viaggio che raccolga esperienze tra loro diverse, dando spazio e attenzione allo stesso modo ad autori già affermati e a poeti alle prime esperienze di pubblicazione. Oggi conta piú di 40 titoli.
“Parolatracciaparola“: nata nei primi anni Novanta, anche con la collaborazione della Galleria d’arte L’Ariete” di Bologna, è una Collezione in cui confluiscono libri d’artista, edizioni d’arte a tiratura limitata eseguite nelle diverse tecniche, dalla serigrafia alla litografia, all’incisione all’acquaforte.
Anche per questa Collezione, oggi curata e diretta da Nina Nasilli, il legame tra il segno e la parola è fondamentale, come testimoniano ad esempio opere con il connubio di Baj-Sanesi, Schwarz-Chia, Char-Nasilli, Scrignòli-Pozzati, Sanesi-Tadini.
“Hermaion” (poesia e saggistica): fondata e diretta da Enrica Salvaneschi, saggista, poetessa, traduttrice, già docente di Letteratura comparata nell’Università di Genova, sotto il titolo di “Collezione di letteratura critica, arte e arti” – e con la consulenza di Silvio Endrighi – pone l’attenzione su testi particolarmente significativi e senza tempo: dal Saggio sul sublime del 1747 di John Baillie alle Poesie di morte e immortalità di Emily Dickinson, dal saggio Il Flauto d’Orzo di Renato Poggioli alle considerazioni sulla Filologia della letteratura mondiale di Erich Auerbach (uscito nel 2006, oggi in quarta edizione e adottato in varie Università). Per ritrovare certe distinzioni, scrivevano E.S.-S.E. in apertura al volume inaugurale di Auerbach, per meglio conservare ed esprimere il concetto di un organismo strutturantesi … Tutti i volumi sono pubblicati in lingua originale con traduzione a fronte.
“Tabula” (poesia), “Minerva” (narrativa e poesia), “Pandora” (narrativa) … già nel significato originario della loro nominazione rimandano all’intenzione dei contenuti, ed evocano tanto il desiderio quanto la necessità di una lettura fatta “tenacemente” carta; con l’augurio di lasciarsi coinvolgere e suggestionare dalle epifanie che soltanto le pagine di un libro possono trattenere e ridonare nel tempo.