Il viaggio poetico di Antonia Gaita prosegue custodendo ancora una volta, come scrive Paolo Briganti, “la parola vera della poesia, quella che ci emoziona e ci fa comprendere qualcosa di piú, del mondo e di noi stessi, non a discorsi e discorsesse, ma con l’icasticità del verso, classico e nuovo, insomma nella “tradizione del Novecento” (ed oltre). La parola che resta, ad arginare il Tempo.”
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Si cenava le sere d’estate
due ore prima di buio
col sole che danza sul tondo dell’acqua
e incendia la coppa delle fragole.
Poi ci chiamava (giovani voci sull’uscio)
lo stuolo d’amici
ai lembi incolti dell’orto.
L’accenno corale a una canzone
e i silenzi assorti. Le ortiche del pozzo
le punte vive delle stelle. Meno acute
dei germogli d’amore
al loro pungere primo. Spini di rovo
nei canali del sangue.
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Premio “Lord Byron” 2023