E dapò

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E DAPÒ? (E dopo?)

di Giuseppe Rosato

con una nota di Gualtiero De Santi
e un disegno di Remo Brindisi

Poesie in dialetto frentano con traduzioni in italiano

pp. 88

Collana foglie e radici “Biblioteca del Vernacolo” n. 5

Anno di pubblicazione: 2020

ISBN: 9788872328019 Categorie: , Autori:

Alla stregua di altre sue sillogi o, almeno, di quelle succedutesi negli ultimi anni, da La ‘ddòre de la neve a Lu scure che s’attonne a Un altro inverno, quest’ultima raccolta di Giuseppe Rosato porta un proprio contributo alla creazione di un Poema che si è costruito nel tempo. Un libro ovviamente fatto di versi, in italiano e altrettanto in dialetto, e però affiancato anche da operette in prosa.  (dalla nota di Gualtiero De Santi)

Giuseppe Rosato (Lanciano 1932) ha insegnato Lettere e lavorato per la rai, nei servizi culturali e nei programmi, e per riviste e terze pagine di quotidiani. Ha condiretto le riviste “Dimensioni” (1958-1974) e “Questarte” (1977-1986). Ha pubblicato libri di versi in lingua e in dialetto (a incominciare da L’acqua felice, Schwarz, Milano 1957), di narrativa, prose brevi, aforismi, oltre ad operine satiriche, epigrammatiche, parodistiche. Ha vinto premi letterari, tra i quali il “Carducci” (1960) e il “Pascoli” (2010).

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Nen ce pô sta’ na làcreme cchiù amare

de quelle che nen èsce e nen se piagne,

che nen vede lu sole e nen pô cresce’

apprime d’assucàrese. Na perla

rare, nu sulletàrïe da tené’

chiuse ‘m pètte, accòma na rellìquïe.

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Non può esserci lacrima più amara

di quella che non viene fuori e che non si piange,

che non vede il sole e non può crescere

prima di asciugarsi. Una perla

rara, un (gioiello) solitario da tenere

chiuso in petto, come una reliquia.

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